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Trascrivibile In Italia l'adozione estera della coppia dello stesso sesso

Per la Corte di Appello di Napoli (ordinanza del 30 marzo 2016, depositata il 5 aprile 2016) l'adozione  realizzata da una coppia dello stesso sesso in Francia è trascrivibile in Italia.
La coppia aveva una relazione amorosa stabile da oltre 30 anni e nel 2013 si era sposata in Francia.
Prevedendo il loro progetto familiare la filiazione e le relative responsabilità genitoriali, le due donne erano  ricorse a pratiche di inseminazione artificiale.
Ciascuna aveva avuto un figlio, nell'ambito di un disegno condiviso sin dall'origine con la compagna.
Non solo: ciascuna madre aveva considerato e trattato il figlio biologico della compagna come proprio figlio e  i due bambini erano cresciuti considerandosi e trattandosi reciprocamente come fratelli.

Le due madri, sposate in Francia, hanno ottenuro l’adozione francese dei minori e hanno domandato poi la trascrizione della sentenza di adozione  all’ufficiale dello stato civile italiano.
Di fronte al rifiuto di quest’ultimo, basato sul rilievo il loro matrimonio era improduttivo di effetti in Italia, perché contratto tra persone dello stesso sesso, le due madri si erano rivolte alla Corte di Appello di Napoli per sentir dichiarare l’illegittimità del diniego.

Secondo la Corte d’Appello di Napoli non si è verificata un’ipotesi di adozione da parte di cittadini italiani di un minore straniero (cosiddetta adozione internazionale), bensì si verte in tema del riconoscimento di una sentenza straniera, ambito regolato dagli articoli 65 e 66 della L 218/1995 relativi al riconoscimento di sentenze e provvedimenti stranieri.

Dalla dichiarata applicabilità degli artt. 65 e 66 della legge n. 218/95 consegue che i "provvedimenti stranieri relativi alla capacità delle persone, nonché all’esistenza di rapporti di famiglia, come quelli di volontaria giurisdizione, hanno effetto nell’ordinamento italiano e sono quindi riconosciuti senza che sia necessario il ricorso ad alcun procedimento, quando producono effetti nell’ordinamento dello stato in cui sono stati pronunciati, non sono contrari all’ordine pubblico e sono stati rispettati i diritti della difesa."

La Corte di Appello di Napoli ha quindi escluso la contrarietà all’ordine pubblico del provvedimento francese di adozione affermando che "come posto in rilievo da Cass., 26 aprile 2013, n. 10070 (nel richiamare anche Cass., 6 dicembre 2002, 17349 e Cass., 23 febbraio 2006, n. 4040), il concetto di ordine pubblico a fini internazionalprivatistici si identifica con quello indicato con l’espressione “ordine pubblico internazionale”, da intendersi “come complesso di principi fondamentali caratterizzanti l’ordinamento interno in un determinato periodo storico o fondati su esigenze di garanzia, comuni ai diversi ordinamenti, di tutela dei diritti fondamentali dell’uomo”.
 
Il concetto di “ordine pubblico internazionale” deve essere ricostruito attraverso il riferimento al risultato della "interazione delle fonti sovranazionali con quelle nazionali”, in un sistema di protezione dei diritti plurale e articolato su più livelli, quale quello europeo.

In base a tale ricostruzione, secondo la Corte di Appello “non vi è alcuna ragione per ritenere in linea generale contrario all‟ordine pubblico un provvedimento straniero che abbia statuito un rapporto di adozione piena tra persone coniugate e i rispettivi figli riconosciuti dei coniugi, anche dello stesso sesso”, con la  precisazione che la valutazione della corrispondenza dell’adozione all’interesse del minore spetta unicamente all’autorità straniera che l’ha pronunciata, con esclusione di qualunque valutazione discrezionale da parte dell’autorità nazionale cui si domanda la trascrizione.
Afferma infatti la Corte di appello che in tale contesto normativo di riferimento, "non vi è alcuna ragione per ritenere in linea generale contrario all’ordine pubblico un provvedimento straniero che abbia statuito un rapporto di adozione piena tra persone coniugate e i rispettivi figli riconosciuti dei coniugi, anche dello stesso sesso, una volta valutato in concreto che il riconoscimento dell’adozione, e quindi il riconoscimento di tutti i diritti e doveri scaturenti da tale rapporto, corrispondono all’interesse superiore del minore al mantenimento della vita familiare costruita con ambedue le figure genitoriali e al mantenimento delle positive relazioni affettive ed educative che con loro si sono consolidate, in forza della protratta convivenza con ambedue e dei provvedimenti di adozione".

Significativa anche la condanna della Pubblica Amministrazione a rifondere le spese del giudizio alla coppia.